Castrovilli si presenta: «Sono felice di giocare nella Lazio. Per me significa rinascita!»
Gaetano Castrovilli ha pronunciato le sue prime parole da calciatore della Lazio. L’italiano arriva a parametro zero dopo essersi svincolato dalla Fiorentina.
PRIME PAROLE – Gaetano Castrovilli ha espresso le sue emozioni per il suo passaggio ai biancocelesti, nel corso di un’intervista rilasciata a Lazio Style Channel. Le sue parole testimoniano una fortissima voglia di rifarsi dopo un periodo molto difficile dovuto ai problemi fisici: «Questo trasferimento per me significa rinascita, dopo due anni veramente di buio sento delle sensazioni molto positive. Ho voluto fortemente la Lazio, l’ho detto più volte al mio procuratore, ora sono felice. Sento di avere una scintilla dentro di me, spero che nasca il fuoco, ho voglia di rifarmi, tanti obiettivi che voglio aggiungere, il primo è far contenti i tifosi della Lazio. Prima di tutto far bene col club, poi riconquistarmi la Nazionale».
Castrovilli sulla Lazio e sull’infortunio!
IL PASSATO – A proposito dei ricordi che il calciatore italiano ha riguardo alla Lazio del passato, Castrovilli ha indicato una figura cui guarda con ammirazione, su tutte: «Un giocatore della Lazio che mi piace è Rocchi, anche se non rispecchia il mio ruolo. Io lo vedevo come il simbolo della squadra».
UN CAPITOLO DIFFICILE – In merito all’infortunio subito e al processo che è servito per superarlo, il nuovo giocatore della Lazio Castrovilli ha sottolineato la centralità della sua famiglia per il ritorno alla normalità: «Quello che ho lo devo a mia moglie, lei e mio figlio mi hanno dato una grande forza dopo il secondo infortunio, è stato molto difficile. Grazie a loro sono riuscito a superare questo ostacolo che era gigantesco».
LE SENSAZIONI – Infine, Castrovilli ha posto l’accento sul grado di stima da lui nutrito nei confronti del tecnico della Lazio Marco Baroni e del rapporto che immagina di costruire con la squadra: «Il mister gioca molto sulle pressioni, fa un ottimo gioco che a me piace tanto, vuole che la squadra giochi, abbia un’identità. Mi reputo un giocatore tecnico, lui può esaltare le mie caratteristiche. Ho trovato un gruppo fantastico. Non solo i miei compagni, ma anche chi c’è dietro le quinte».