Capello contro Theo Hernandez: «Ha portato negatività, sto con Fonseca!»
Capello è intervenuto riguardo il match perso dal Milan contro la Fiorentina, la furia dell’ex tecnico si è scagliata contro Theo Hernandez. Il comportamento dei giocatori rossoneri ha scatenato l’ira dell’ex allenatore, attualmente opinionista.
FIORENTINA-MILAN – Capello inizia la sua intervista parlando della sconfitta del Milan contro la Fiorentina. L’ex tecnico ha messo in evidenza la poca voglia dei giocatori rossoneri: «Lasciamo stare per un attimo l’Europa, il nuovo formato del torneo si presta ad anomalie simili. E poi nel secondo tempo di Leverkusen il Milan mi era piaciuto…con la Fiorentina un passo indietro: ho visto una squadra scesa in campo senza voglia di lottare. Ogni tanto si svegliava, 10-15 minuti di buon calcio e poi tornava ad assopirsi. È questione di atteggiamento. Il Milan a Firenze ha perso innanzitutto perché ha desiderato meno la vittoria di quanto lo abbiano fatto gli avversari»
LEAO – Capello interviene sul cambio di Leao durante il match: «È innegabile che Leao nella ripresa stesse facendo delle cose interessanti. Era in partita, a differenza di altre volte. Fonseca, però, ha spiegato le ragioni del cambio con Okafor. Voleva più profondità e di sicuro lo svizzero ne garantiva più di Rafa. Io non criticherò mai un allenatore per una scelta tecnica o tattica: si è giocato una carta in più, poi può pure essere andata male, ma è il suo dovere prendere delle decisioni»
Capello, l’opinione su Theo Hernandez e i rigori!
THEO HERNADEZ – «Altro comportamento non da Milan. Chi porta la fascia al braccio deve essere un leader, il simbolo della squadra. Ce li ricordiamo Baresi e Maldini, no? Hernandez, invece, ha portato solo negatività al gruppo con i suoi atteggiamenti»
RIGORI – «Ciò che è accaduto è semplicemente inaccettabile. Quando si prepara una partita, si fanno e comunicano delle scelte ben precise. Vale per i corner, le punizioni e naturalmente i rigori. È successo anche dopo l’intervallo. Non deve esistere mai che i calciatori facciano quello che vogliono. Poi però vedi il capitano della squadra, colui che dovrebbe portare sul campo il dettame dell’allenatore, prendere il pallone e decidere praticamente in autonomia che il primo rigore lo calcia lui. Non va bene…»