Ranieri: «Avrei potuto fare di più, ma mi sono divertito»
Claudio Ranieri è stato uno degli ospiti del Festival della Lega Serie A a Parma. Il tecnico romano ha parlato della sua lunga carriera appena conclusa, ricordando anche alcuni momenti come la vittoria della Premier con il Leicester e l’ultima salvezza ottenuta col Cagliari.
SIR CLAUDIO – Tra i tanti ospiti del Festival della Lega Serie A era presente anche Claudio Ranieri. Il tecnico di Testaccio è intervenuto sul palco al fianco di due allenatori leggendari come Fabio Capello ed Arrigo Sacchi e ha parlato della sua carriera, terminata poche settimane fa con la salvezza conquistata con il Cagliari.
Ranieri: «In carriera mi sono divertito. Leicester e Cagliari…»
CARRIERA – Queste le sue parole sulla sua carriera: «Se avessi avuto qualche buon agente, un parente che mi desse una mano, avrei anche potuto fare anche qualcosa in più… Mi sono sempre adattato alle diverse realtà, l’allenatore che non ha possibilità di scegliere deve farlo con tutto. In alcune squadre non ho potuto scegliere, quello c’era e con quello dovevi lavorare, rendendo al massimo. Prima di tutto mi sono divertito, moltissimo: per esempio non sapevo lo spagnolo, l’inglese, il francese, ho dovuto impararli.»
LEICESTER – Sulla storica Premier League vinta con il Leicester: «Ero arrivato lì con una squadra che si era salvata nell’ultimo mese. Mi studiai tutta la rosa, vidi cinque-sei partite. Avevo tanta voglia di tornare in Inghilterra, e cambiai diverse cose, per esempio il modulo, dal 3-5-2 al 4-4-2. Strada facendo riuscii a inserire giocatori che erano entrati in forma, anche Kanté.»
CAGLIARI – Sulla salvezza conquistata quest’anno a Cagliari: Avevo dei giocatori magnifici, non ho mai dovuto rimproverarli in allenamento perché andavano a tremila all’ora. Ma in partita non rendevano, forse erano convinti che per il solo fatto che ci fossi io in panchina si sarebbero salvati. Dopo la sconfitta con la Lazio ho detto ai collaboratori che me ne sarei andato. Ho parlato coi giocatori, ho detto loro che avrebbero avuto bisogno di un elettroshock. In due-tre e altri si sono alzati e mi hanno detto di rimanere. Non era una mossa preordinata, io non so fingere.»
