Pioli sul Milan: «E’ finita dopo la Roma, i derby persi non hanno aiutato. Offerte dall’Italia?»
Pioli ha rilasciato una lunga intervista in cui ha parlato della rottura del Milan, dei derby e delle offerte in entrata dopo l’addio. Di seguito un estratto della sua intervista.
FINE – Pioli è tornato sull’argomento Milan, in particolare su ciò che secondo lui ha affrettato la separazione tra le parti. Poi sui tanti infortuni che hanno contraddistinto la sua esperienza in rossonero: «Era arrivata una conclusione fisiologica, i derby l’hanno accelerata. Perderne sei di fila mi ha fatto male, naturale. Soprattutto i due di Champions, anche perché hanno tolto valore a un grande risultato: essere tornati in semifinale dopo 16 anni. I troppi infortuni? All’Al-Nassr ho avuto una sola mezza contrattura del brasiliano Talisca che ha saltato una sola partita. I metodi di lavoro sono gli stessi dell’anno scorso.»
ROMA – Pioli svela il momento preciso in cui si è accorto che la squadra non seguiva più le direttive, portandolo alla fine della sua esperienza al Milan. Queste le sue parole rilasciate nel corso della sua intervista alla Gazzetta dello Sport: «Quando ho capito che al Milan era finita? C’è stato un momento preciso: ritorno dei quarti di Europa League, Roma-Milan, all’Olimpico. All’andata avevamo perso 1-0. In spogliatoio, prima del match feci un discorso da pelle d’oca, uno dei miei più sentiti di sempre. Ero sicuro di passare. Invece alla squadra non arrivò nulla e in campo fece poco. Lì mi accorsi che quello che davo non bastava più. L’empatia si era guastata. Rimpianti o rimorsi? Nessuno. Per me, esiste un solo metro per valutare un’avventura professionale: valutare la squadra come l’ho trovata e come l’ho lasciata. Tutto ciò che è accaduto in mezzo, di buono e di cattivo, fa parte del percorso e va accettato»
Pioli: «Dopo il Milan non era giusto allenare in Italia!»
OFFERTE – Pioli conclude parlando delle offerte in entrata ricevute da squadra partecipanti alla Serie A, tutte rifiutate per rispetto del suo Milan: «Avevo in mente un anno di stacco, dopo i 5 di Milan, belli, ma estenuanti. Avevo già pianificato un mese a Londra per perfezionare l’inglese e visitare qualche club: Chelsea, Tottenham… Avrei potuto godermi il super-contratto Milan, ma ho capito presto che avrei faticato a restare fermo. Offerte dall’Italia? Tre. La prima a maggio, l’ultima poco prima dell’Arabia. Ma dopo la splendida avventura al Milan, non mi sembrava giusto allenare in Italia. Ora lo seguo poco. Confesso: non ci riuscivo, mi emozionavo troppo davanti alla tv. È stato un distacco importante. Ho visto per intero una partita sola, la più brutta… Milan-Juve. E il secondo tempo col Real. Derby? Era scritto che il Milan vincesse, senza di me…»