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Inzaghi in Verona-Inter-Lipsia chiarisce l’unica discriminante delle sue scelte di formazione

Le scelte di Simone Inzaghi negli oltre 180' di Verona-Inter-Lipsia

Inzaghi non cambia idea sul suo 3-5-2 iniziale ma modifica sempre più spesso le pedine coinvolte nel progetto Inter di questa stagione. Decisioni che a volte fanno discutere preventivamente anche più del dovuto ma alla fine parla il campo. E i risultati non mentono

MILANO – Non esiste il concetto di “riposo” quando il calendario ti mette davanti a una serie di impegni senza possibilità di recuperare tra l’uno e l’altro. Nulla da archiviare ma solo da portare avanti con strategia per l’Inter, cheè impegnata su tutti i fronti. Sì, non “su più fronti” ma su tutti. Dal Campionato di Serie A Enilive alla UEFA Champions League, passando per la Coppa Italia Frecciarossa (da dicembre) e la Final Four di EA SPORTS FC Supercup in Supercoppa Italiana (a gennaio). Fino alla Coppa del Mondo per Club FIFA (tra giugno e luglio). Tanti, troppi impegni in calendario per l’Inter di Simone Inzaghi, che non si pone più problemi nel far ruotare tutti i calciatori a disposizione. Quasi tutti, anzi. Con quale criterio? Il netto 0-5 di Hellas Verona-Inter toglie ogni dubbio. E alla vigilia di Inter-RB Lipsia si aspetta solo la conferma di quel criterio…

Simone Inzaghi in panchina durante Inter-Milan di Serie A (Photo by Tommaso Fimiano/nter-News.it ©)
Simone Inzaghi in panchina durante Inter-Milan di Serie A (Photo by Tommaso Fimiano/nter-News.it ©)

Formazione Inter-Lipsia rivoluzionata rispetto a Verona-Inter: la discriminante di Inzaghi

DUE GRUPPI – Per Inzaghi non esiste una Inter A (“titolari”) e una Inter B (“riserve”). Esiste solo l’Inter dei Nazionali (maggioranza) e l’Inter dei Non-Nazionali (minoranza). La discriminante nelle scelte di formazione dell’allenatore nerazzurro è l’impiego dei suoi calciatori in giro per il mondo. Chi resta ad alenarsi ad Appiano Gentile (CO) agli ordini di Inzaghi ha quasi la certezza – o comunque più chance – di giocare nelle partite immediatamente successive alle soste internazionali. Il caso di Verona-Inter è emblematico. La scelta iniziale ricaduta sulla “quinta punta” Joaquin Correa in attacco, anziché sulla terza Mehdi Taremi (Iran) e/o la quarta Marko Arnautovic (Austria), non è casuale. Inzaghi avrebbe potuto continuare con le rotazioni “automatiche” invece decide di premiare Correa, fuori dal giro dell’Argentina… molto più che dal giro dell’Inter. Il nazionale Taremi riposa, sapendo che è in arrivo il suo turno, come sempre nell’infrasettimanale internazionale. E il nazionale Arnautovic mette insieme qualche minuto partendo dalla panchina, visto il certo utilizzo in Champions League a causa dell’assenza dello stesso Correa, che non è iscritto in lista UEFA. Lo stesso ragionamento avviene negli altri reparti.

Tomas Palacios seduto in panchina a osservare la sua Inter in campo (Photo by Tommaso Fimiano/Inter-News.it ©)
Tomas Palacios – Inter (Photo by Tommaso Fimiano/Inter-News.it ©)

Calciomercato Inter: Correa esubero fino a un certo punto… ma Palacios?

ROSA COMPLETA – Le rotazioni non riguardano il portiere. Ancora di più dopo l’addio di Yann Sommer alla Svizzera. Per lo spagnolo Josep Martinez l’occasione può arrivare in Inter-Udinese, valida per gli Ottavi di Finale di Coppa Italia (19 dicembre). Tra i calciatori di movimento l’unico a non rientrare nelle scelte di Inzaghi è il difensore Tomas Palacios, che resta ancora fuori sebbene non faccia parte della Nazionale Argentina. Ed è un’osservazione necessaria sia in virtù dell’impossibile convocazione in Champions League (Palacios è fuori dalla lista UEFA al pari di Correa, ndr) sia soprattutto dell’infortunio di Francesco Acerbi, che crea più di un problema nelle gerarchie difensive. Al momento l’alternativa di Inzaghi ad Alessandro Bastoni nel ruolo di braccetto sinistro, in assenza di Acerbi, è il tedesco Yann Bisseck, altro non-nazionale nerazzurro. Con il rientro dell’esterno Tajon Buchanan nel ruolo può rientrare il brasiliano Carlos Augusto, quinto mancino alle spalle di Federico Dimarco ma anche terzo. Inzaghi pensa a tutto e la sua discriminante nelle scelte di formazione non tradisce. Eppure la rosa dell’Inter per dirsi davvero completa necessita anche di Palacios… o in alternativa di un altro difensore mancino.

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