Roma, Svilar tranquillizza: «Rinnovo? Non c’è fretta, legato al posto! Su Ranieri e De Rossi!»
Alla vigilia del match contro la Juventus, Svilar, portiere della Roma tranquillizza la piazza sul rinnovo. Poi conclude con Ranieri e De Rossi, due allenatori che gli hanno cambiato la vita in meglio. Di seguito un estratto dell’intervista che il portiere ha rilasciato al Corriere dello Sport.
RINNOVO – La situazione rinnovo di Svilar, in casa Roma, sembrava essere un argomento delicatissimo. I giallorossi hanno offerto un contratto a circa 1,6 milioni di euro annui, il quale è stato prontamente rifiutato dal Serbo. Il portiere conosce le sue qualità e sa di poter strappare un contratto più oneroso da parte dei Friedkin. Sul suo conto si è detto di tutto; che voleva andare via, che sarebbe stato ceduto per fare cassa. Il tutto alla fine è stato chiarito dallo stesso Mile che ha definito questa tiritera come «una vicenda che importa più ai giornalisti che a me». Perché queste parole. La frase si riferisce al fatto che i soldi per il giocatore non sono poi tutto, okay fanno una bella parte, ma attualmente si sente grato al club e soprattutto ama l’ambiente della città.
CONTINUO – Ecco il parere del portiere riguardo al tema rinnovo: «Non capisco la fretta, ho un contratto fino al 2027. Non c’è bisogno di fare casino. Sembra che questa vicenda importi più a voi che a me. I soldi contano ma il posto in cui stai bene e in cui vedi un progetto conta di più»
Roma, Svilar grato a De Rossi e Ranieri!
RANIERI – «Sì. Con lui abbiamo raggiunto un ottimo equilibrio nel lavoro quotidiano. Sappiamo cosa dobbiamo fare. Non ci sarebbe bisogno di cambiare ancora ma dobbiamo rispettare la sua scelta, è giusto che si goda la pensione… Cosa è cambiato? Semplicemente non riuscivamo ad esprimere le nostre qualità. Nel calcio a volte capita, eppure ci impegnavamo tanto»
DE ROSSI – «Daniele è stato l’allenatore più importante della mia vita. Non dimenticherò ciò che ha fatto per me. Sin dalla prima settimana, quando mi comunicò che non avrei giocato ma che credeva in me. In sette anni nessuno mi aveva mai spiegato una decisione tecnica. Eh… Ma chissà, magari un giorno torneremo a lavorare insieme. Mi piacerebbe»
