Sohm si racconta: «Sogno la Champions League. Ecco perché Parma!»

Sohm, centrocampista del Parma, ha rilasciato un’intervista in cui ha parlato di questa stagione dei crociati. Tra i temi trattati ai microfoni di Transfertmarket, c’è anche l’analisi della sua stagione e della crescita personale e professionale. Poi ha continuato parlando degli obbiettivi posti fino al motivo che lo ha spinto a firmare per il Parma.
RUOLO – Sohm, centrocampista del Parma svela il suolo idolo: «Il mio idolo d’infanzia era Yaya Toure, non il classico numero 6». Da queste parole possiamo capire il motivo del suo stile di gioco: «Mi vedo un ibrido, un tuttofare, uno che interpreta le due fasi. Da un lato voglio essere d’aiuto ai miei compagni, dall’altro voglio far valere la mia presenza. Gli avversari devono sapere in anticipo che sarò un cliente scomodo. A Parma sono cresciuto, anche fisicamente»
OBBIETTIVI – Dopo aver centrato la convocazione con la nazionale svizzera Sohm sogna la Champions League: «Già essere convocato è la conferma della strada che ho percorso, anche se nulla è ancora fatto. Vorrei avere un ruolo centrale in Nazionale in futuro. Il mio obiettivo è anche quello di giocare la Champions. Se non avverrà questa estate, mi auguro in quella successiva»
Sohm, la scelta del Parma nonostante le offerte dalla Germania!
PARMA – «Avevano mostrato un interessamento reale, spiegandomi come mi vedevano e cosa avevano in mente per me. Mi hanno convinto subito anche se c’erano delle offerte dalla Germania in quel momento. Il primo periodo non fu semplice. Ero completamente solo, la mia famiglia era lontana. C’erano le limitazioni dettate dalla pandemia, non parlavo la lingua e questo non ha giovato all’ambientamento. Poi eravamo indietro in classifica, l’atmosfera in squadra e intorno alla squadra non era gioviale. Anche io non stavo rendendo al meglio e forse, se ci fosse stata un’offerta, avrei potuto cambiare club, ma non mi sentivo di dire già addio. Il mio percorso da calciatore mi ha reso più maturo e riflessivo»
STAGIONE – «Essere responsabili significa anche ignorare gli aspetti negativi, le critiche e le pressioni, e dare tutto, per i compagni, i tifosi e il club nei 90 minuti. Del resto, così posso continuare a fare la cosa più bella del mondo. Avere avuto successo al Parma è una sorta di rivincita. Quando ho scelto di venire qui ho ascoltato molte critiche, voci sul fatto che avrei fallito. Io, però, volevo davvero affrontare quella sfida, sicuro che se ce l’avessi fatta, avrei potuto ripetermi ovunque»