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Di Gregorio: «Juventus e Italia, due gruppi bellissimi! Sui rigori…»

Michele Di Gregorio, portiere della Juventus, ha parlato dal ritiro azzurro a Coverciano della sua prima convocazione in Nazionale.

PRIMA – Oltre a Maldini e Pisilli, chi ha ottenuto la prima convocazione in carriera in Nazionale è Michele Di Gregorio. Il portiere della Juventus è stato infatti inserito da Luciano Spalletti nella lista dei 23 per le gare di Nations League contro Belgio ed Israele. L’ex estremo difensore del Monza ha parlato della chiamata azzurra e dei suoi primi mesi in bianconero in un’intervista concessa ai microfoni di Rai Sport.

Italia, Di Gregorio: «Qualcuno ha creduto in me più di me stesso»

PERCORSO – Sul lungo percorso fatto per arrivare fin qui: «Ho sempre detto che il gruppo portieri italiani è pazzesco. Sono veramente contentissimo per questa prima convocazione, non vedo l’ora di essere d’aiuto, di mettermi a disposizione del mister e della squadra. Sono partito in C a 19 anni, ho fatto due anni in questa categoria, poi tre in B, ho vissuto anni splendidi a Monza con la promozione in A. Poi è arrivata la Juventus. Qualcuno ha creduto in me più di me, direi che il mio è stato un continuo percorso di crescita, il voler dimostrare sempre di poter andare allo step successivo

JUVENTUS – Sui suoi primi mesi a Torino: «Sono felice di essere alla Juventus, di aver trovato il mister, lo staff e una società così. Ma adesso sono in Nazionale e voglio godermi questa settimana al massimo, perché ho desiderato tanto essere qui. L’alternanza con Perin? Io lavoro sempre e mi metto a disposizione dell’allenatore, poi è lui che fa le sue scelte, Mattia è un portiere di grandissime qualità, una grande persona, è giusto che anche lui trovi il suo spazio, noi ci spingiamo a vicenda giorno per giorno, per migliorarci. Sono orgoglioso dei piccoli obiettivi e dei sogni che si stanno realizzando. Sono felice di aver trovato un gruppo bellissimo sia in bianconero che in azzurro

RIGORI – Poi conclude, parlando di come parare i rigori: «Un aspetto che ho sempre curato da quando ho iniziato, già in C si studiavano gli avversari. Si lavora sui video, poi sul campo, si cerca di capire le caratteristiche di chi calcia, poi ci si comporta di conseguenza, a volte stando immobili, altre muovendo un ginocchio o l’altro.»

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