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Inter-Torino analizzata IN tre punti: Thuram corregge i (tre) difetti

Inter-Torino IN Day After | Serie A

Inter-Torino permette di chiudere in bellezza il periodo che precede la nuova sosta, staccando proprio la squadra granata. Nella rubrica “Day After” di Inter-News.it analizziamo la situazione post-match in tre punti ben dettagliati. Di seguito l’episodio dopo la 7ª giornata di Serie A

MILANO – L’Inter di Simone Inzaghi batte anche il Torino dello squalificato Paolo Vanoni (in panchina il vice Lino Godinho, ndr) e si piazza momentaneamente da sola al secondo posto in Serie A con 14 punti. Esattamente due terzi di punti disponibili finora accumulati prima della seconda sosta internazionale della stagione. Analizziamo Inter-Torino (3-2) di Serie A in tre punti.

Black-out e velocità diverse: i tre difetti nerazzurri in Inter-Torino

1. GESTIONE – La buona notizia da San Siro è la vittoria. Quella meno buona è il fatto di aver tenuto il Torino in partita fino al triplice fischio finale. L’Inter fa la sua partita ma la prestazione non è brillante. Si notano almeno tre micro-temi da sviluppare nell’undici nerazzurro. Il primo riguarda l’attacco che dà più garanzie della difesa. Il secondo è relativo alla fascia sinistra, che è quella che costruisce la manovra, mentre a destra si subisce e sbaglia troppo. Gli assist di Alessandro Bastoni e Francesco Acerbi “salvano” l’Inter dalle sbavature di Yann Bisseck e Matteo Darmian, preferiti dal 1′ a Benjamin Pavard e Denzel Dumfries ma con risultati rivedibili. Il terzo mini-tema è proprio nella gestione del vantaggio. L’Inter regala due reti, rischiando fin troppo ma senza lasciare per strada punti, quasi a voler dimostrare di avere sotto controllo la situazione. Invece l’impressione è che non sia proprio così. L’Inter va a due velocità davanti e dietro, a destra e sinistra, ma certi black-out non appartengono a una squadra che vuole vincere tutto.

Allarme difesa: i clean sheet di Sommer solo un lontano ricordo

2. DISTRAZIONI – L’Inter al momento può vantare il miglior attacco della Serie A insieme all’Atalanta, frutto di 16 reti in sette partite. Lo stesso non può dirsi della difesa, che ha già subito 9 reti nello stesso numero di gare. Ben sette squadre ne hanno subiti di meno. E se è normale che tra queste ci sia la capolista Napoli con 5, oltre alla Juventus che vanta ancora la porta inviolata, è paradossale che perfino il Monza fanalino di coda abbia fatto meglio in virtù degli 8 gol presi (in sei partite, ndr). Un problema non da poco. Per vincere basta segnare un gol più degli avversari ma subendone uno-due a partita alla lunga può diventare complicato mantenere alta la percentuale realizzativa. Troppe distazioni difensive da correggere a copertura della porta di Yann Sommer, che quest’anno in Serie A è fermo a 2 clean sheet dopo i 19 della passata stagione. La superficialità in copertura riguarda tutta la squadra, non solo la difesa. Ed è noto anche ai calciatori. Registrare questi difetti ora diventa il principale obiettivo di Inzaghi durante la sosta.

Inzaghi plasma un nuovo centravanti: il nuovo Thuram interista

3. CAPOCANNONIERE – Per un Lautaro Martinez che non segna c’è un Marcus Thuram che segna. Ri-segna. E ri-segna ancora. La tripletta dell’attaccante francese, capocannoniere della Serie A in compagnia di Mateo Retegui (Atalanta), è la notizia più importante in casa Inter. Non tanto per i gol ma per la tipologia. Thuram inizia a segnare con regolarità da centravanti. Non più ala che gioca da punta centrale bensì centravanti. Prima punta forse atipica ma prima punta a tutti gli effetti. Due gol di testa e uno di rapina, da bomber che si fa trovare al posto giusto al momento giusto, non sono casuali. Thuram con Inzaghi sta lavorando tanto e si vede. Movimenti diversi da prima e completezza tecnico-tattica da far invidia a tanti colleghi. Thuram “lascia” in dieci il Torino (espulso Guillermo Maripan, ndr), sblocca la partita, porta in doppio vantaggio l’Inter e chiude apparentemente le partita prima della leggerezza di Hakan Calhanoglu in area di rigore. Thuram capocannoniere sì ma anche leader. L’Inter può ripartire con un “nuovo” 9 vero.

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