De Roon: «Non parliamo di Scudetto. Questa Atalanta la più forte!»
Marten De Roon, centrocampista dell’Atalanta, ha parlato della straordinaria stagione disputata fin qui dalla Dea, prima in campionato e in una buona posizione anche il Champions League.
DEA – L’Atalanta continua a sognare. I nerazzurri sono in testa alla classifica in Serie A e dentro in tutte le competizioni, sia in Champions League, dove il piazzamento almeno per i playoff è ampiamente alla portata, sia in Coppa Italia, dove i ragazzi di Gasperini hanno strapazzato il Cesena conquistando il pass per i quarti di finale con il Bologna. Inoltre i nerazzurri saranno tra i protagonisti insieme a Juventus e Milan della Supercoppa Italiana i primi di gennaio in Arabia Saudita. Del momento e degli obiettivi della squadra ne ha parlato il centrocampista Marten De Roon in un’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport.
Atalanta, De Roon: «Scudetto? Se ad aprile saremo lì ne parleremo. Siamo più equilibrati e più maturi»
MATURITÀ – Queste le sue parole: «Un’altra Atalanta che giocava così? Gli anni con il Papu, Ilicic, Zapata, Muriel che entrava: è stato divertente. Ma ora c’è più equilibrio, quella era molto meno solida in fase difensiva. Perché siamo lì? Un po’ di fortuna, la crescita dei giocatori, soprattutto più maturità. Che vuol dire essere stati in grado di vincere partite che in passato avremmo perso. Ad esempio Udinese e Monza in casa, a Cagliari, anche a Roma, dove abbiamo vinto con gli altri, che hanno dato qualcosa di diverso. L’ha detto da poco Samardzic: chi gioca meno fa vedere di avere voglia di giocare di più. E che lo merita.»
SCUDETTO – Sugli obiettivi di questa Atalanta: «Oggi è più difficile essere umili. Ci chiedono se giochiamo per lo Scudetto: noi quella parola non la diciamo, ma è difficile negare che sei lì e usi cliché del tipo: ‹È ancora lunga…› . Ma arriverà un momento in cui dovremo dire: ecco i nostri obiettivi. Ancora no: io vedo l’Inter come la più forte. Cosa succede se qualcuno in spogliatoio pronuncia la parola Scudetto? Gli diciamo di stare zitto. Ma non lo ha fatto ancora nessuno: tutti forse lo pensano, ma nessuno lo vuole dire. Se ad aprile saremo ancora lì ne potremo parlare.»
CAMBIAMENTI – Sui miglioramenti nel gioco: «I principi sono sempre gli stessi, oggi ci mettiamo ancora più gamba e fisicità. E quando tornerà Scamacca avremo ancora più soluzioni offensive: potrà essere importante se talvolta non dovessimo riuscire a giocare bene come stiamo facendo. Siamo molto più solidi e completi. Contro l’Inter la linea a tre dietro era: io, Djimsiti e Ruggeri. Oggi con il recupero di Scalvini sono in sei-sette per tre maglie. E gli attaccanti hanno capito che il loro primo compito è difensivo: ci aiuta tanto.»