Roma, il vice Giacomazzi: «Con Daniele amici. Serve una pianificazione»
Guillermo Giacomazzi, vice della Roma, ha parlato del suo rapporto con De Rossi e della necessità di impostare il lavoro fin dalla preparazione
RITORNO IN ITALIA – Prima di diventare il vice allenatore di Daniele De Rossi alla Roma, Guillermo Giacomazzi era un nome già noto ai più eruditi seguaci del calcio italiano. Difensore uruguayano, ha trascorso gran parte della sua carriera in Italia, soprattutto con la maglia del Lecce. Dopo l’esperienza di un anno come collaboratore tecnico nella Nazionale maltese, Giacomazzi è entrato a far parte della squadra di De Rossi, prima alla Spal e ora, appunto, alla Roma. Ha parlato di tutto questo al periodico spagnolo El Pais.
AMICIZIA – Sull’amicizia con De Rossi, diventata in un secondo momento un rapporto lavorativo, Giacomazzi racconta: «Io e Daniele siamo amici prima di tutto. Ci siamo conosciuti cinque anni fa attraverso amici comuni, successivamente alla sua esperienza col Boca Juniors. Il nostro rapporto è cresciuto nel tempo e siamo diventati molto affiatati sia dal punto di vista personale che professionale. È una persona eccezionale e abbiamo un’ottima sintonia».
VICE DE ROSSI – Giacomazzi così racconta come, da collaboratore nello staff della Nazionale di Malta, è diventato vice dell’attuale tecnico della Roma: «Due anni e mezzo fa, durante una cena a Roma, è nata l’idea di collaborare insieme. Daniele mi ha proposto di unirmi al suo gruppo di lavoro, a qualsiasi livello, che fosse in Serie C o in Serie B. Condividiamo la stessa passione per il calcio e abbiamo una simile visione del gioco. Daniele è un comunicatore brillante e ha la capacità di persuadere gli altri delle sue idee, che poi riesce a mettere in pratica sul campo».
PIANIFICAZIONE – Giacomazzi parla anche della mancata possibilità, finora, di pianificare il proprio lavoro fin dalla preparazione estiva. Alla Spal come alla Roma, infatti, De Rossi e staff sono sempre subentrati a stagione in corso: «Il lavoro all’interno di un club comporta la necessità di stabilire un programma dettagliato sia a breve che a lungo termine, con obiettivi chiaramente definiti. Finora, non ci è stata concessa l’opportunità di lavorare direttamente con una squadra fin dalla fase preparatoria. Ci avrebbe consentito una pianificazione più approfondita e serena. Invece, ci siamo sempre trovati a operare con una squadra già formata, e questo ci ha imposto di adattarci rapidamente alle loro esigenze e alle circostanze del momento. È stata una sfida, ma siamo gratificati dai progressi che stiamo osservando e dai risultati che stiamo ottenendo». Che sia questa la volta buona, dovesse restare De Rossi alla Roma?