Milik e gli esordi nel calcio: «Mi allenavo tutta la notte»

Il calciatore della Juventus Arkadiusz Milik si racconta e parla dell’inizio della sua carriera calcistica. Ecco le sue parole.
L’INTERVISTA – Ripreso dalla Gazzetta dello Sport, Milik racconta gli inizi della sua carriera, i suoi idoli e l’arrivo in Italia. Di seguito le parole del calciatore della Juventus: «Nel calcio, Thierry Henry e Cristiano Ronaldo. A inizio carriera mi capitava di giocare esterno e così guardavo gli skill di Cr7 su Youtube. Mi ispiravano veramente. Infatti poi andavo al campo e cercavo di imitarlo. E guardavo i suoi addominali, li avrei voluti anch’io, per riuscirci mi mettevo a farli anche alle 11 e mezza di sera. Un altro sportivo che mi ho ammirato è Kobe Bryant, per la sua mentalità. Il nostro club, l’accademia di Katowice, per i più piccoli non le aveva. Una volta, a 6 o 7 anni, convinsi gli altri a comprarne simili a quelle dell’Arsenal, rosse con le maniche bianche e le scritte in oro: perché nei Gunners c’era il mio idolo, Thierry Henry. All’epoca nel mio Paese nessuno giocava all’estero ad alti livelli, non c’era un simbolo che potesse rappresentare un’ispirazione per i giovani. E così noi ragazzini cercavamo di trovarne uno tra Real Madrid, Barcellona, Manchester United, Juventus. Avevo sì un sogno che nel tempo è diventato un obiettivo, ma quando ho capito che avrei voluto fare il calciatore praticamente lo ero già diventato. A 14-16 anni c’era giusto l’ambizione di poter arrivare alla prima serie polacca, anche perché tutti all’accademia continuavano a ripetermi che ero un po’ speciale».